KLASSIK - ROCK - AMBIENT

Elisa ok-8.jpg

klassik

Die schöne Stille - Venedig, Stadt der Musik
Mit fotografien von Tom Krausz - Corso Verlag
[…] Das piano nobile wurde von einem Musikverein gekauft, seitdem gibt es hier fast täglich Konzerte. Ein kleines Orchester, bestehend  nur aus einem Streichtrio und der vielfach ausgezeichneten Pianistin Elisa Marzorati am Klavier, spielt perfekt. Man sitzt mitten in morbider Pracht, kunstvoller Stuck an den Decken, Rosentapeten aus verblichener Seide - wie schön muss es hier gewesen sein in der Blütezeit dieser palazzi, wie schön ist es jetzt im leisen Niedergang noch immer.  […] es sind Profis am Werk, oft Sänger und Musiker aus dem benachbarten La Fenice, wie zum Beispiel der Violinist Stefano Zanchetta. […]
Elke Heidenreich

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www.classical.net
[…]  Elisa Marzorati is a major talent, a pianist who plays with intelligence and feeling in every prelude. Put simply, there are no misfires here – everything is delivered with attention to detail, to capturing the mood, the images, the sound, and the quaint but unique world of this iconic French composer. […] 
For this review I sampled other sets of the Preludes, including the impressive one by Jean-Yves Thibaudet on Decca. Thibaudet is very tasteful and quite convincing, but he can be a bit cool. By contrast, Marzorati is warmer, at times even Romantic in lyrical passages, and she is always intelligent and sensitive. I have noted that the sound on the CD is a little hampered by spongy bass notes (it most probably is a characteristic of the instrument), but it is otherwise clear and more than acceptable sonically. For anyone interested in the Debussy Preludes, this disc will certainly prove rewarding. As for Ms. Marzorati, I would say she is a talent awaiting further discovery. Perhaps this disc will yield the international notice she rightly deserves.
Robert Cummings

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www.classical.net
[…] Not only are 24 short works a great deal to take in at one time, but there are some stylistic differences between them also. The unsigned notes, presumably by Marzorati, mentions bolder harmony, including bi-tonality, poly-tonality, and even "harsh dissonance" in the second set. Although I have some personal favorites among the pieces, there is no need for me to belabor that here. They speak for themselves and I have no fault to find with the performance of any of them. […]
Highly recommended.
James Tobin

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www.musicweb-international.com
[…] The opening of Bruyères is very expressively played, as is the whole piece. I really enjoyed this and the ensuing prelude, General Lavine. Ondine is characterfully played and the many contrasts of tempi, mood and dynamic in Hommage a Pickwick Esq are superbly realised. As we approach the conclusion of Book 2, the music becomes increasingly virtuosic. The final Prelude, Feux d’artifice shows that Marzorati is well able to cope with all the technical demands thrown at her by Debussy, and the recording has real clarity at all dynamic levels.
The Debussy Preludes are very well played and professionally performed by Elisa Marzorati and the recording is of good quality. […]
Geoffrey Molyneux 

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www.laregione.ch
http://www.rivistamusica.com/
11 aprile 2015
Debussy controcorrente

di CARLO VITALI

[...]  Ad ascoltare i suoi 24 Préludes la diresti seguace delle teorie di Roy Howat, il quale pretende di scoprire in Debussy tecniche proporzionali basate sulla sezione aurea cara alle arti del Rinascimento, sulla serie di Fibonacci (1-1-2-3-5-8-13...), la serie di Lucas (1-3-4-7-11-18...), nonché, dulcis in fundo, su quella spirale logaritmica che governa i movimenti dei vortici d'acqua. Un ordine tanto segreto da potersi dissimulare nell'occasionalità, così accreditando l'insolente risposta del giovane Claude al suo maestro Guiraud che gli chiedeva quale regola egli seguisse nel comporre: "mon plaisir". Fra decadentismo, simbolismo e impressionismo -- etichetta quest'ultima tuttora di largo uso benché sdegnosamente respinta dall'interessato in più d'una occasione -- continuano a navigare tante proposte interpretative recenti (Hamelin, Osborne, Zimerman, Rogé ed altri) ma non quella della signora Marzorati.
La sua, per restare alle metafore nautiche, è una lettura controcorrente anche rispetto ai raffinatissimi approdi offerti in anni ormai lontani da Gieseking e Benedetti Michelangeli. Antifilologica per progetto; più cerebrale forse, o magari più virile. Come poi se a tali variabili di genere si potesse attribuire un punteggio... La diremo allora "architettonica" come nel caso della Cathédrale engloutie, delineata con un impulso ritmico e un'accumulazione costruttivista da far pensare più al terragno romanico che non al gotico fiorito. Lineare e non sinuoso questo Debussy della Marzorati, polarizzato fra luce e ombra anziché sfumato di chiaroscuri; semmai espressionista e araldo del Novecento iconoclasta. Poco pedale e poco rubato, molta energia di tocco e grande agilità delle dita. Colpiscono l'incesso di tango barbarico ne La puerta del vino, la nervosa dissacrazione antiromantica de La fille aux cheveux de lin e la vigorosa estroversione negli ultimi numeri del secondo libro, dove la componente umoristica di brani come Général Lavine e Hommage à S. Pickwick, già accennata in chiusura del primo con Minstrels, si raggruma in fraseggi sincopati e dissonanti dal sapore proto-jazzistico. E dopo l'ironico approccio decostruttivo a una pagina di esibito tecnicismo come Tierces alternées, il fuoco d'artificio finale rischiara sinistramente il paesaggio coi suoi bagliori politonali e gli echi della Marsigliese quasi assaporati nel presagio di una catastrofe annunciata. L'anno della pubblicazione era il 1913, data che non necessita di commento.
Ottima la qualità tecnica della registrazione digitale; lo strumento impiegato è uno Steinway gran coda D274, anch'esso tutt'altro che "filologico" se confrontato ai garbati Érard su cui Debussy era solito creare. Interpretazione problematica, magari non ovunque esemplare, ma difficilmente se ne potrà prescindere nella formazione di una ben ordinata discoteca postmoderna.
Carlo Vitali

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www.cdclassico.com
[…] Una giovane pianista di origine elvetica, Elisa Marzorati, ha voluto mischiare le carte e con la beata incoscienza dell’età e con l’onestà intellettuale che contraddistingue gli animi puri ha voluto, con questa registrazione dei Préludes, gridare che il re, ogni tanto, torna a presentarsi nudo in pubblico. Nel senso che questa pianista, la quale è anche un’attenta e sensibile musicologa, ha voluto mettere i puntini sulle i, offrendo una lettura dei due libri che definire “à rebours”, controcorrente, non deve apparire esagerato, partendo dall’attento studio non tanto musicale, quanto appunto musicologico, di questi ventiquattro brani. Chi intende i Préludes in chiave impressionistica o decadentista si metta, dunque, l’animo in pace: potrebbe restarne deluso, per il semplice fatto che Elisa Marzorati, se proprio dobbiamo restare in ambito pittorico, ha scelto semmai una lettura che dal “pointillisme” di un Seurat e di un Signac punta poi risoluto sul primo espressionismo. […] Questi Préludes non anticipano il Novecento, sono il cuore del Novecento che ha già fatto piazza pulita di tanti “passatismi”, al punto che, ne siamo sicuri, questa lettura sarebbe piaciuta oltremodo a un Marinetti e perfino a un Pratella…
Andrea Bedetti

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Recensione di Laura Tagliabue
Università Ca' Foscari - Venezia
I due libri dei Preludi, pubblicati da Debussy rispettivamente nel 1910 e nel 1913, rappresentano forse il punto d’arrivo della sua ricerca sulle potenzialità espressive del pianoforte; e il condizionale è d’obbligo, se si considera la poliedricità del musicista e l’inesausto atteggiamento di indagine e di studio che costituiscono la cifra caratteristica della sua intera produzione, pertanto refrattaria ad essere rinchiusa in sterili etichette.
E’ in ogni caso indiscusso che l’interpretazione dei Preludi costituisca oggi un banco di prova per giovani pianisti; infatti, se da un lato le notevoli difficoltà tecniche sul piano del timbro, che si concretizzano a tratti in passaggi quasi virtuosistici, richiedono abili esecutori, dall’altro la doppia ispirazione, impressionistica e simbolistica, impressa dall’autore alle composizioni esige musicisti dotati di spiccata sensibilità.
Alla sfida non si sottrae Elisa Marzorati, giovane pianista veneziana, figlia d’arte, dotata di una solida formazione classica, a cui ha affiancato corsi di musica jazz e contemporanea, frequentando le scuole più rinomate sul piano internazionale. Non solo: Elisa consegue anche due lauree – in Lettere a indirizzo musicale ed in Etnomusicologia-, studi che evidentemente le consentono di analizzare i brani da eseguire anche da un puto di vista storico e filologico.
Sono elementi che permettono a Elisa Marzorati di proporre una sua originale interpretazione dei ventiquattro brani, affrontati in chiave contemporanea. La giovane musicista impronta la propria esecuzione a un gusto novecentesco, favorito nel disco dalla posizione particolare dei microfoni, collocati durante la registrazione molto vicini alle corde dello strumento. Inoltre la scelta di un uso del pedale “pulito” suggerisce un effetto esecutivo meno tradizionale, più astratto; si potrebbe quasi dire neoclassico, se non si temesse di voler ingabbiare anche l’esecutrice in riduttive classificazioni, tanto rifuggite dal compositore dell’opera. La solida analisi esegetica/filologica dei Preludi, che ha con tutta evidenza affiancato lo studio pratico affrontato per la concreta esecuzione dei medesimi da parte di Elisa Marzorati, pare aver consentito alla pianista una sorta di suddivisione virtuale dei ventiquattro pezzi in alcune grandi categorie: quelli a carattere caricaturale/ironico, quelli di stampo fiabesco, quelli in cui risulta più evidente la cifra romantica/sentimentale.
Pur non volendo negare l’unitarietà che caratterizza l’esecuzione dei due libri dei Preludi, si avverte all’ascolto la scelta interpretativa che Elisa Marzorati ha inteso imprimere a ogni singolo brano. Il gioco tra i vari registri permette una versatilità nella resa dei singoli pezzi tale da imprimere a ciascun preludio una specifica identità; si passa così dai toni allegri e divertiti de La danse de Puck (Libro I, brano n. 11) a quelli malinconici e per così dire crepuscolari, anche se mai apertamente drammatici, di Feuilles mortes (Libro II, brano n. 14). In particolare per questo pezzo la musicista confessa di essersi ispirata non tanto o non solo alla consueta iconografia dell’autunno, caratterizzata dalle foglie cadenti dagli alberi, quanto piuttosto all’immagine di una navicella spaziale che fluttua nell’universo; immagine evidentemente di più ampio respiro rispetto a quella canonica, che conduce la pianista a un’esecuzione particolarmente ispirata.
Del resto non avrebbe potuto essere altrimenti, se si pone mente al fatto che Elisa Marzorati considera e affronta i Preludi di Debussy come una sorta di “suggestioni” a carattere quasi espressionistico, destinate a stimolare nell’esecutore immagini o situazioni differenti. Operazione interpretativa che appare corretta e fedele allo spirito del compositore dal momento che, a quanto è dato di sapere, lo stesso Debussy si riferì per la composizione dei Preludi alle arti visive, traendo ispirazione da alcune immagini che allo stesso venivano suggerite dall’osservazione di oggetti, quadri, riproduzioni fotografiche. Com’è noto, per la composizione «Les fées son d’exquisses danseuses» (virgolette del compositore) Debussy si rifece ad esempio a un’illustrazione di Arthur Rackham realizzata per la fiaba Peter Pan di J. M. Barrie, donde il tono favoloso-fantastico del brano, fedelmente reso da Elisa Marzorati.
Non lasciandosi fortunatamente intimidire da grandi interpretazioni del passato quali quelle offerte da Walter Gieseking e da Arturo Benedetti Michelangeli1, la giovane pianista offre una prova originale, moderna, seppur non in contrasto con lo spirito dell’autore, dimostrando preparazione, talento e soprattutto la voglia di difendere dall’oblio opere come i Preludi, garantendone una nuova interpretazione, accurata, ispirata e sentita.
Se l’esecuzione dei ventiquattro Preludi rappresenta, in particolar modo nell’attuale era tecnologica-digitale, una sfida per musicisti che ancora intendono la Musica come un’attività di Artigianato, si può senza tema di smentita affermare che Elisa l’ha brillantemente superata.

1 Per le quali cfr. anche Giorgio Pestelli in Gli immortali. Come comporre una discoteca di musica classica. Torino, Einaudi, 2007.

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Recensione di Mario Giuseppe Genesi
Disco Velut Luna 2007

Solitamente in concerto i pianisti raramente scelgono di proporre monograficamente un’opera complessa, impegnativa e monumentale come i protonovecenteschi Deux Livres di Préludes di Claude Debussy, preferendo “accontentare un po’ tutti” con la proposta di un concerto antologico.
Intendevano inizialmente essere un corrispettivo aggiornato di 24 Preludi e fughe bachiani, ma finirono col diventare alla fine una sorta di proiezione diaristica e di traduzione fonica dell’interiorità dello stesso compositore (abbandonato ogni intento primieramente tecnicistico), una sorta di “diario di bordo” di una convivenza cupa con una malattia che lo distruggeva giorno dopo giorno, sino alla perdita dell’unica e amatissima figlioletta.
Saggia la decisione di affidare ad una registrazione in studio l’intera collezione dei 24 Préludes pour le piano da parte della pianista svizzera Elisa Marzorati, che li incide in studio per l’etichetta “Velut Luna”su uno Steinway Gran Coda D274 (presa di suono: Marco Lincetto).
Nel Primo Preludio la Marzorati sa cogliere l’incedere maestoseggiante e grave de le Danseuses de Delphes con un paritetico trattamento delle accordalità più tradizionali rispetto a quelle più avveniristiche e modernizzanti (come le quinte eccedenti); la sua interpretazione de Voiles coglie e preferisce accentuare sinesteticamente l’aspetto più inquietante, sotterraneo, impalpabile destato dal fiore campestre che conferisce il titolo al Prelude, piuttosto che indulgere od allinearsi con quello estetizzante, etereo, fluttuante o tattile (come dire: maggior interiorità e meno estetismo!).
Una maggior filigrana e trasparenza si coglie in Le Vent dans la Plaine, brano in cui si denota una sorta di “regia” dei piani sonori diversamente dispensati, sino all’eccellente estinguimento mono-tonale ne Le Sons et les Parfums... in cui si capta un utilizzo quasi “sinfonico” del pianoforte.
Mentre ne Les Collines d’Anacapri la Marzorati sfodera un tocco maggiormente levigato, lasciando trapelare intenzioni forse grafico-pittoristiche sottese dal compositore francese al brano (che intendeva ripetere pianisticamente l’esperienza della Promenade mussorgskiana nella mostra del pittore e amico Hartmann) assieme ad una sorta di perorazione del vecchio stile De Salon prettamente ottocentesco.
Ne Des Pas sur la Neige la Marzorati sa dipanare un’immensità spaziale e un anelito al “vacuum” creati dal compositore col disseminare d’una parchezza di suoni la pagina scritta, coincidendo perfettamente in questo Prélude le intenzioni interpretative della pianista con le intenzioni compositive di Debussy (le cui sonorità permangono direttamente impresse su alcuni rulli sonori incisi risalenti proprio a quest’epoca).
Sicuramente l’incedere marcatamente titanico de La Cathédrale Engloutie ci riporta alla mente un Debussy infervorato conferenziere wagneriano nei salotti parigini, alla ricerca frenetica di nuovi accenti, pose e sonorità che la Marzorati sa riportare credibilmente e veristicamente ben in vita mediante un’interpretazione vivida, oggettivamente sempre presente a sé stessa e fortunatamente mai succube di “mise” autocompiaciute, divistiche, distaccate od autoreferenziali, ma anzi intenzionalmente volte alla restituzione di un’oggettività di suono.
Onomatopeicamente suggestiva ed efficace l’evocazione delle “clochettes” nella Danse de Puck e nuovamente la pianista rimane compartecipe alle frequenti cesure della successiva danse dal carattere saccadé ed entrecoupé: Minstrels che pare persino anticipare talune posture sonore in bilico fra l’onomatopeico ed il folklorismo rintracciabile ne El Amor Brujo del 1915 di Manuel De Falla.
Ben sgranati gli accordi tesi a captare gli sprazzi cromatici e diafanamente luminosi de Brouillards (aspetto pariteticamente prediletto anche dalla pittura impressionista) in cui si denota un’ottimale resa del carattere sospeso della chiusa, nella quale si assiste ad una sorta di effetto di “estinguimento di suono” (effetto difficile a rendersi e che soltanto i valenti pianisti sanno trasmettere in corso di esecuzione).
E anche in Feuilles Mortes la Marzorati sa trasmettere il decadente cadenzare dello smembramento foliare autunnale affidandosi al ripetitivo incedere d’una passacaglia, compartecipando analogamente al più regolare ritmo del tango generatore de La Puerta del Vino, anche se nuovamente qui l’occhio pittoricamente deformante di Debussy “sfora” dalle linee e dalla cornice prospettica ed ambientativa nella mera evocazione dello scorcio iberico.
L’oniricità magica ed evocativa delle creature fatate (ne: Les Fées sont d’Exquises danseuses) riporta alla mente creature celebrate da Shakespeare e da tanta letteratura romantica, la cui evanescenza meta-reale sa ben dissipare la Marzorati entro una lievissima e filigranata chiusa della pagina. Ne La terrace de audiences du clair de lune la pianista procede stagliando con nettezza di tocco ogni nuance delle impegnative concatenazioni armoniche fino ad un perfetto effetto sonoro gamelan orientaleggiante finale.
La pianista sa quasi infondere sonorità organarie a Hommage à Pickwick (Livre Duxieme), brano imparentato sia con la stessa Cathédrale debussiana che anticipatore (entro un ristretto giro di battute) pucciniano del Gianni Schicchi. Azzeccata risulta la sonorità che la Marzorati sa creare in Canope, brano sicuramente appaiabile alle molte pagine Egyptienne di Camille Saint-Saens, non ancora simboliste, ma più concretamente effettistiche e comunque allineate con un apprezzabile pittoricismo musicale; ma come non pensare – per dirla filologicamente - , qui al pedale smorzatore con la chiusa della cassa armonica pianistica esperimentato da Beethoven già ai tempi della sua Sonata Patetica – ossia al ricorso di strumenti musicali salottieri in cui erano stati sperimentati procedimenti di propagazione sonora eterodossi?
L’effetto di tourbillon e d’una nebulosa sfociante in una sorta di danza esatonale centrale, previsto ne Les Tierces Alternéès 8Livre Duxieme) – e se lo scopo di Debussy era quello di esautorare e scongiurare il pericolo di una pagina biecamente tecnicistica, a dispetto del titolo, qui c’è riuscito benissimo! - viene elegantemente reso dalla pianista (con l’ottimo finale quasi ridanciano, sfingeo, neo-egizio o forse semplicemente ironico).
E col glissér ne Feux D’Artifice la scrittura di Debussy anticipa talune configurazioni scritturali poi broadwayiane, mostrandosi la pianista abilmente capace di render quella sorta di “cripto-linguaggio” armonico interno e mediano (bi-armonico o poli-tonale che dir si voglia...) che viene quasi intimamente sotteso da Debussy a taluni passi di questo spettacolare e trascendentale brano reso con possanza di gesto e sicurezza d’approccio – quasi direttoriale! - dalla pianista Elisa Marzorati.
Merito del tocco della pianista è di saper profondere una continuità di narrazione nella presentazione compatta dell’intera serie.
L’unico dubbio che sorge è sull’uso di strumenti così nuovi e di grandi dimensioni, quando le foto d’epoca ci ritraggono Debussy al sedile di “modelli pianistici più ridotti”. Ciò unicamente al fine di valutare se forse questi brani così pittoricamente descrittivi come “musica a programma” non erano forse intesi per strumenti più intimi e raccolti.
In tal caso, anche il pianista di turno avrebbe dovuto adeguarvi la propria interpretazione.
Ma in questo caso l’utilizzo del Gran Coda Steinway permette alla Marzorati di attuare sonorità icastiche, all’ennesima potenza, restituendoci la partitura in tutto il suo smagliante splendore e permettendo all’uditore di coglierne ogni implicazione armonica, strutturale, melodica, ideativa e creativa.
La scelta di riproporre in blocco l’intero “ciclo” offre anche la possibilità di interesse raffronti e collegamenti sia a livello ideativo che a livello fruitivo e di sonorità.
E dopo il versante francese, ora attendiamo la pianista su quello tedesco neoclassico, romantico e tardo-romantico, in modo da poterne raffrontare l’approccio.
Mario Giuseppe Genesi

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www.renzocresti.com
I Préludes di Debussy eseguiti da Elisa Marzorati
[…] riesce a far respirare il pianoforte, attraverso un sapiente uso del pedale di risonanza, a giocare con i contrasti fra i vari registri, a esprimere grazia e leggerezza, toccando le corde di un inevitabile impressionismo ma senza cadere in un’ermeneutica di maniera. […]
L’evocazione di soggetti letterari, mitologici o esotici, che spesso costituiscono l’ispirazione di Debussy, sembra essere particolarmente congeniale alla Marzorati, come dimostra anche l’esecuzione del secondo libro, dove la parte tecnica è più ricercata, con forti passaggi dissonanti, politonali e contrasti espressivi […]
Renzo Cresti

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www.audioclasica.com
[…] Elisa Marzorati, pianista heterodoxa y ecléctica, arreglista eventual y espíritu generador de este espectáculo (de ella es el “copione”-el guión de esta Première) tuvo varias fuentes de inspiración para este proyecto. Primero la propia ciudad, su ciudad: “Venecia siempre ha sido un lugar de inspiración para muchos artistas, así como magnífico escenario para cualquier tipo de arte escenográfico”. Por otro lado fueron los pintores impresionistas franceses que ayudaron a conformar la estética y la ambientación. Finalmente, la herencia del archivo musical heredado de su abuelo Virgilio Marzorati, que fue el estímulo definitivo.[…] 
El teatro escogido ofrecía la intimidad y deseada. Había los correspondientes camareros, para completar el entorno de un café parisino, que repartieron unos aperitivos y bebidas. Elemento de guión repetido hacia la mitad del espectáculo.
Dieciocho piezas formaron parte de esta Première en la que se fueron alternando las intervenciones puramente instrumentales, las piezas acompañadas por los bailarines, solos o en pareja (Marta Zollet y Gianmaria Bissaco, si hubiera que poner un “pero”, quizá serían sus intervenciones), las actuaciones de los mimos (estupendos Susi Danesin y Gaetano Ruocco Guadagno) y las arias para mezzosoprano (la muy expresiva Silvia Regazzo). Ello dinamizó la representación superando así el profundo silencio que acompañó gran parte del espectáculo.
[…] Del quinteto formado por la propia Elisa Marzorati al piano, a los violines Stefano Zanchetta y Margherita Busetto, Giuseppe Barutti al violonchelo y Matteo Liuzzi al contrabajo podemos decir que su compenetración fue perfecta. Las versiones de las piezas interpretadas para este tipo de conjunto instrumental le confieren gran frescura, mucha flexibilidad en la ejecución. Lo que permite una adecuación ideal entre los instrumentistas y los bailarines y mimos. Quizá hubiera aportado mayor espontaneidad a las intervenciones si los músicos no hubieran estado prácticamente de espaldas al escenario.
[…] En definitiva, un espectáculo emotivo, intenso y muy interesante, que nos transportó musicalmente de Venecia a París y dejó en los asistentes la confianza de asistir a la continuidad de este viaje musical.
Crédito: www.teatroaperitivo.com
Raúl Luis García

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www.persinsala.it
[…] Durante l’ascolto si ha la sensazione che la pianista stia effettivamente cercando – come Debussy nelle sue composizioni – non un’esecuzione di brani fine a se stessa, ma la via a nuovi percorsi sonori, ancora inesplorati, che appaiono in trasparenza per poi sfuggire – intangibili ed evanescenti.
Luciano Uggé

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Audio Clásica – Año XI n.133 – Abril 2008
CLAUDE DEBUSSY – PRÉLUDES
Elisa Marzorati – Velut Luna 2006
Sonido: ****
Valoraciòn: ***
Elisa Marzorati es una joven pianista de brillante carrera académica y amplios horizontes interpretativos, que afronta con ésta su primera grabaciòn de repertorio.
Sin duda, afrontar un debut discogràfico con los Preludios debussyanos es ya un mérito a hacer constar, a la vez que un indicador relevante de la amplitud de perspectivas y solvencia técnica de la debutante. Compendio omnicomprensivo de recursos pianìsticos, los Preludios exigen al pianista una sensibilidad extraordinaria, una capacidad de introspecciòn fuera de lo comùn y, sobre todo, una prodigiosa flexibilidad interpretativa que permita afrontar la enorme diversidad de los dos ciclos. Marzorati posee una técnica incontestable y algunas de sus decisiones interpretativas (como la flexibilidad en el tempo) resultan francamente interesantes (escùchense a ese respecto las grabaciones del proprio compositor). [...]
Francisco Parralejo Masa

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www.velutluna.it
[…] la giovane Elisa Marzorati riesce a rivelarci aspetti nuovi ed affascinanti finora, forse, non messi in luce. Il rigore e l'attenzione al testo scritto, uniti a due anni di intenso ed esclusivo studio di questa affascinante e misteriosa partitura, hanno consentito alla mente ed alle mani di Elisa di volare dentro e fra i tasti alla scoperta di un mondo cangiante e mai del tutto compreso, quale l'universo onirico del grande autore francese, a cavallo di due secoli inquieti come l''800 ed il '900. […]

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Der Landbote – Winterthur – 2.11.05
“Poetiche Klanggemälde”
Dichtung, Musik und Kunst des 19. Jahrhundert hat das neuste Museumskonzert gehaltvoll vereint.

[…] Der musikalische Teil der Matinee brachte ein Wiederhören mit César Francks beliebter Sonate für Violine und Klavier sowie die seltene Begegnung mit den Nachtgesängen op. 22 für Klavier von Hans Huber. Der 1852 im Solothurnischen geborene Pianist, Klavierlehrer und Komponist machte um die Jahrhundertwende vor allem als Erneuerer des Basler Musiklebens von sich reden. In den “Nachtgesängen” offenbart er sich als Liebhaber der Farben. Keine leise dahinträumenden Lieder sind das, sondern volltönende Klanggemälde, in denen ungeahnte Kräfte entfesselt werden. Dies bedeutete ein gutes Stück Arbeit für die Pianistin Elisa Marzorati, denn die irgendwo zwischen Chopin, Liszt und Tschaikowsky angesiedelten “Gesänge” sind nichts für ungeübte Nachtschwärmer.
Intensität und Distanz
Anerkannt schwierig ist, was Franck mit seiner Violinsonate seinen Pianisten-Kollegen aufbürdet. Elisa Marzorati schien angesichts dieser Herausforderung erst recht zur Höchstform aufzulaufen. Bravourös und ohne äusserlich sichtbare Zeichen der Anstrengung brachte sie diesen pianistischen Parforceritt hinter sich. Die Geigerin Yvonne Smeulers beeindruckte durch den voluminösen Klang ihrer Guadagnini, das satte Vibrato in den expressiven Passagen […]
Anja Bühnemann

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rock

http://www.modernrockreview.com/2015-04/2014-guido-marzorati-king/
King For a Night by Guido Marzorati & the Blugos
April 17, 2015
by Ric Albano

King For a Night is the second studio album by the Italian group Guido Marzorati & the Blugos. Released in the summer of 2014, this ten song album is filled with rich and diverse music which is exquisitely produced. The mixture of songs flows nicely from those with flair and showmanship to those influenced heavily by Americana acts such as Bruce Springsteen and Tom Waits. Joining Marzorati in “The Blugos” is Elisa Marzorati (Guido’s sister) on piano, along with bassist Iliano Vincenzi and drummer/percussionist Andrea Scarpari.
Guido Marzorati reigns from Venice, Italy and started off his musical career as a solo acoustic act, recording the album Live at Home in 1999. A few years later, Marzorati set off on a solo tour, playing gigs around New York City to great crowd reaction. Starting in 2002, he began his collaborating with the members who would become “The Blugos”, starting with Elisa, a student of several musical styles and graduate of Venice Conservatorium. The band started by rearranging many of the songs from Live at Home and eventually produced their own music as a band with the critically acclaimed album Journey of Hope, released in 2006. The group subsequently toured throughout Europe and the East Coast of the United States, playing many legendary venues.
Fully written and produced by Guido Marzorati, the goal of King For a Night was to deliver a record with richer arrangements and instrumentation, adding electric guitars and orchestration for the first time. To accomplish this, the album also employs a whole bunch of session players who enrich the arrangements with further instrumentation. Marzorati also enlisted background singers Sandra Rippstein and Maja Remensberger, whom he had seen perform while on vacation in a small town in Switzerland and invited back to Venice to record on this album.
The title song “King For a Night” starts things off with a big, showman sound, which revs up the listener and gets ready for the album’s journey. The track also includes pedal steel by guest Marty Rifkin and a musical interlude in the bridge where there’s a nice trade-off between a clarinet and a Hammond organ. “Ask the Trash Can” starts with interesting percussion by Scarpari while lyrically, the song is more somber and philosophical than the opener. It straddles the line between sarcasm and serious philosophy in reflecting on one’s dreams, especially when one result of being a highly creative person is the excess of initiatives and ideas which may never fully materialize.
The moderately paced “Look Inside” is the first of several songs with a Springsteen-like vibe. While the lyrics are quite simple on this one, there is a fine melody in the bridge and a bit of extra bouncy bass by Vincenzi throughout. This is followed by the calm and moody “Empty Promises”, with subtle bluesy guitars and a thumping bass above the serene keyboards. “The Price of Your Paradise” has upbeat horns throughout, accompanied by the funky Wurlitzer piano of Elisa Marzorati. Interesting and vibrant with a good arrangement, this song contains some cool, funky interludes.
They had to bring back the lost glory days to my faded town, my ghost of a town / So they built a city of the future of grey factories and refineries / Rising up from the water like a modern-day Venus, 20th century goddess of jobs and progress…”“Petrolkiller” is a folk ballad about the industrial port of Marghera, constructed in the early 20th century to modernize the classical city of Venice. The song was inspired by factory worker Gabriele Bortolozzo, who was the first to declare problems of toxins from the area. Musically, the strummed acoustic accompanied by a gentle guide piano throughout and in serene contrast to the brutal and direct lyrics. “Top Secret” brings the mood back up as an upbeat, foot-stompin piece featuring nice sections of Hammond organ along with a slight sax solo. “Nothing New” is probably the purest pop song on the album, built on a simple piano riff and accessible lyrics;
It’s all been done before, but I’ll still do it / It’s all been said before, but I’ll still say it / Don’t want to sit and watch life pass me by…”
“The Great Escape” has a live feel in intro and is, perhaps, the hardest rocking song on the album. Complete with chant-able syllables and clap-able beats in between the frantic verses and choruses by Marzorati, the song features an extensive sax lead by Phil Brontz over the bridge which gives way to a rockabilly influenced guitar lead. The album concludes with the excellent mellow ballad, “Are You There?”, which Marzorati has one his favorite compositions. There is a fine blending of instrumentation led by Elisa’s classical style piano and other slight instrumentation for musical flavoring. But it is Guido’s complex melodies which really bring the song up to the next level, making this very melancholy track complex and interesting.
While there are no immediate plans to follow up King For a Night, Marzorati would like to further explore new sounds with the band, stating that he would “like to hear the Blugos play as loud as ever before, and also as soft as ever…” In any case, it is going to be difficult to top this fine album.

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BUSCADERO - LUGLIO 2006
JOURNEY  OF HOPE
Guido Marzorati & the Blugos – Velut Luna
***
[…] The Blugos sono la brava Elisa Marzorati al piano, Iliano Vincenzi al basso e Andrea Scarpari alla batteria, poi ci sono i musicisti aggiunti ovvero Daniele Scala dei Morblus con l’Hammond, Filippo Bonini col violino e un trio di voci mentre Francesca Palazzi è l’art director e vale la pena nominarla visto la finezza e lo studio del booklet coi testi e le foto, un lavoro che non ha nulla da invidiare in termini visuali alle migliori produzioni anglosassoni, esplicativo di quello stile street-ballader che Marzorati vuole comunicare con la musica.
Si diceva delle ballate, Journey Of Hope, la toccante Song From The Next World, la coinvolgente Out Of My Skin con il piano di Elisa Marzorati in bella evidenza, la springsteeniana (non poteva essere diversamente visto il titolo) Come To A New Land  sono tra le cose migliori del disco ma anche i brani più ritmati  fanno la loro figura. A cominciare da Blooming Roots, dai sapori Little Feat di What Can I Do?, dalla incalzante Complainer’s Disease  o da quelli bluesati con la slide e il solito splendido piano di Elisa Marzorati di Keep Beating, brani che però non perdono mai le buone maniere di un rocker “ riservato” che assomiglia più a Jackson Browne che agli eroi del Jersey Shore. […]
Mauro Zambellini

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www.bielle.org
NOVEMBRE 2006
JOURNEY  OF HOPE
Guido Marzorati & the Blugos – Velut Luna
IL "MILIONE" AMERICANO DI UN MARCO POLO ODIERNO
[…] Ma anche quando il rock’n’roll fa capolino tra un brano e l’altro, il “rumore” delle chitarre di Marzorati, del basso di Iliano Vincenzi e della batteria di Andrea Scarpari è comunque sempre levigato dal pianoforte della fenomenale Elisa Marzorati che spesso assurge al ruolo di protagonista.
“Journey Of Hope”, la title-track, narra del viaggio di un padre in un Paese straniero alla ricerca del benessere da offrire al proprio figlio. […] “Journey Of Hope” è un disco come non se ne sentivano da tempo, tutto giocato su un rock stradaiolo rivestito con melodie allo stesso tempo semplici e affascinanti. […]
Luca Vitali

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www.rootshighway.it
JOURNEY  OF HOPE
Guido Marzorati & the Blugos – Velut Luna
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[…] L'impianto sonoro richiama atmosfere di cantautorato di gran classe anni'70, per l'uso continuo del piano, con una ritmica e una chitarra mai invadenti. Un profumo di California sembra sprigionarsi dalle casse, quando in ordine sparso, è Virtual Love, morbida ballata, a farsi apprezzare. Journey Of Hope in apertura ed Out Of My Skin, dai toni appena più decisi ma sempre controllati, con il pianoforte di Elisa che le segna e ci emoziona, sono altri due ottimi esempi delle capacità compositive di Guido, il quale dà un ulteriore sfoggio delle sue qualità ed i Blugos del loro essere sicuramente più di una qualsiasi backing band in Songs From The Next World, uno dei pezzi migliori, progressione di accordi assolutamente cantautorali, incorniciati da un piano sempre dietro la voce, che, se chiudiamo gli occhi, ci trasporta d'incanto al di là dell'oceano, dalle parti di Los Angeles, all'incirca trent'anni fa… […]
Gabriele Buvoli

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www.elisamauro.com
JOURNEY  OF HOPE
Guido Marzorati & the Blugos – Velut Luna
Guido Marzorati alla chitarra acustica e al microfono con la sua voce, al cui ascolto corrisponde magicamente il ricordo di un’altra voce, nel tono e nelle vibrazioni, quella di Springsteen, al pianoforte Elisa Marzorati (e qui permettetemi di dire che vale il detto latino “in nomen omen”), Iliano Vincenzi al basso e Andrea Scarpari alla batteria nella formazione dei Blugos. L’album di consacrazione per la veneta Velut Luna è Journey of Hope ed è una raccolta di jazz, ma non troppo, country, ma non troppo, folk e popolare, ma non negli eccessi. Tempi lenti e sommessi per il brano d’apertura che cede il suo titolo all’album. Parole e musica scritte interamente da Guido Marzorati, ma la band, che esegue gli ordini, non è da meno, non si nasconde dietro il protagonismo di Guido, anzi, con fertile riverenza, persegue gli obiettivi armonici del capitano. […]
Elisa Mauro

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ambient

ROCKERILLA 2010  
OUT AND ABOUT
Herion (E.Errante, E.Coniglio, E. Marzorati) - Hypnos 2010
[…] Se qualcuno si aspetta sonorità di derivazione prettamente ambient-elettronica è meglio si fermi sull'uscio lasciando la porta socchiusa perchè qui dentro si celebra il rito antico della musica classica che danza e si immerge dentro le nuove sperimentazioni e lo fa attraverso l'uso di un pianoforte, una viola, un'armonica, una chitarra e delle tastiere, tutti strumenti che abbinati all'uso delle macchine e del field recording vanno ad ascrivere questa release come una delle più belle produzioni modern/classic mai ascoltate ultimamente. Un'opera che trova ragione d'essere e fa esplodere tutta la sua forza descrittiva proprio attraverso il contrasto delle parti: da una parte Errante e Coniglio, manipolatori di suoni incastonati dentro un laptop e dall'altra la Marzorati e Mancuso con i loro struggenti strumenti di romantico fulgore. […]
Mirco Salvadori

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FURTHER NOISE 2010
OUT AND ABOUT
Herion (E.Errante, E.Coniglio, E. Marzorati) - Hypnos 2010
Italian composer Giacinto Scelsi once claimed that a sound played for a long time "becomes so big that you start to hear many more harmonies, and it becomes bigger inside...[and] envelops you." And there are times during Out and About when Emanuele Errante, Enrico Coniglio, Elisa Marzorati and accomplices seem to be exploring their more celebrated compatriot's notion, albeit in a smaller scale setting. […] Marzorati's piano motifs, mixed with Coniglio's melodica, harmonica, and treated guitar, all commingle sonorously in Errante's settings, seen to good effect on the keynote "One Minute After the Sunset." The classical influence is never felt in any turgid or grandiose gestures, the music's movements graceful and lilting, shifting subtly between blithe and melancholy. "Risvegli" finds glistening strings and piano peregrinations in incantatory communion. In "Two Minutes to Sunrise" tension comes from an ebb-flow motion that builds coalescing as if to climax but remaining teetering teasingly on the edge of resolution. […]
Alan Lockett

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www.hypnagogue.net
OUT AND ABOUT
Herion (E.Errante, E.Coniglio, E. Marzorati) - Hypnos 2010
What we have in Herion's Out and About is a work that is ambient chamber music in every sense of the term: spatial, intimate, classically based. Strip away the subtle wash of electronics that Emanuele Errante and Enrico Coniglio whisper beneath piano from Elisa Marzorati […] It's part of the real beauty of Out and About-the way in which we're intermittently reminded, as the disc goes along, that the sounds aren't all circuit-born. It's a good reminder, since it's easy to lose sight of that as Herion quietly wrap you in smooth sound-ribbons. There's a lot to like here, and much of begins with Marzorati's piano work. Her playing is sweet, graceful and impeccable, whether it's thoughtfully wandering through Errante and Coniglio's misty landscapes ("One Minute Before the Sunrise"), holding a polite dialogue with a sighing harmonica ("Cab"), dropping like forgotten tears ("Lindos"), or giving itself over to electronic treatment to capture a sound-image ("The Hanging Glacier"). The disc closes with her playing alone on the appropriately titled "Solo," and it's a standout moment on an excellent disc. […]

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www.amazon.com (customer's review)
OUT AND ABOUT
Herion  (E.Errante, E.Coniglio, E. Marzorati) - Hypnos 2010
For me, this is like "dreams came true" project, because it features Enrico Coniglio and Emanuele Errante who are resoponsible for some remarkable ambient solo albums released during the last few years, with some guest appearances of Elisa Marzorati, highly respected pianist. Now these three extremely talented musicians are teamed up in Herion project and landing on Hypnos. You can't go wrong with that, but I think this collaboration was as much exciting and challenging also for Hypnos as it marks new direction for this label thanks to Herion's ambient strongly influenced by classical music with the use of many acoustic instruments. Even if quite new territory to Hypnos, it fits more than perfectly to them. […] Absolutely splending mix of piano, viola, harmonica, melodica, rainstick with some synthesized sounds. […] Herion can be easily described after Suspended Memories as another "Ambient Supergroup" and Emanuele Errante, Enrico Coniglio and Elisa Marzorati are the rising stars of ambient genre and bringing some new fresh wind to it. A pure masterwork!!!
Richard Gürtler

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www.textura.org
OUT AND ABOUT
Herion  (E.Errante, E.Coniglio, E. Marzorati) – Hypnos 2010
[…] The trio members themselves function as a veritable mini-orchestra, with Marzorati's piano playing augmented by the guitars, strings, harmonica, synthesizers, melodica, field recordings, and laptop processing of her colleagues. What results is a richly detailed and rewarding collection that's often affectingly plangent in tone, not to mention stirring. Herion's electronically enhanced chamber music is artful without being precious and soulful to boot, and a quiet emotional sensitivity colours the album's forty-six minutes in a way that helps distinguish the recording from the competition. Marzorati plays in an impressionistic and restrained manner that's in keeping with the meditative character of the album's ten pieces, […] "Oxg," inaugurates the album splendidly, with the serenading wheeze of the melodica and harmonica punctuated by piano chords, synthetics, and the drone of the viola. Pairing its melancholy cry with Marzorati's gentle sprinkle and a rich backdrop of textures imbues "Lindos" with a pastoral beauty that elevates the album. A slightly darker tone pervades "Moske Orgulje" when an underlying metronomic rhythm, punctuated by the viola's interjections, urgently nudges the material forward. One final contrast surfaces when Marzorati's given the spotlight during the peaceful, album-closing "Solo." While there is a subtle ambient dimension to Out and About that's in keeping with Hypnos releases in general, Herion's music aligns itself more closely to a style one might call 'chamber electronic-classical.' Regardless of labels, the album is a distinguished collection of enchanting mood settings that again speaks highly for the strong reputation Hypnos has acquired throughout its history.

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SONIC IMMERSION 2010
OUT AND ABOUT
Herion (E.Errante, E.Coniglio, E. Marzorati) - Hypnos 2010
[…] These versatile elements make the sonic outcome venture in more acoustic territory while remaining comfortable, highly moody and atmospheric. It's an introspective and rather melancholic affair though, as the instrumental music slowly progresses in a classical, minimal but also blissful manner. The sensitive undercurrents within the ambient compositions make it even more intimate, evocative and reflective. This is music for the silent hours deserving close listening. The beautiful art of ambient music already has many expressions, "Out and About" adds another dimension to it.
Bert Strolenberg

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www.hypnos.com
OUT AND ABOUT
Herion (E.Errante, E.Coniglio, E. Marzorati) - Hypnos 2010
[…] ...in simple terms, I freaking love this cd. It is one of the few new ambient albums in the past 3 or 4 years to truly grab my attention and excite me. When I hear discs like this I start feeling like ambient/space/electronic music is actually vital again. OK so why? Well for me this disc combines 3 key elements that I find essential for me as both a musician and a music fan. […] … these are real players/musicians and as such this album has a language to it that would have been harder to achieve with programing, again another one of its unique points for me. […] I am not saying this is the greatest album of all time or anything like that, but man is this a breath of fresh air and nice new avenue for Hypnos and our genre in general. I know nothing about the musicians on this recording, but Nice Job guys!!!
Paul Vnuk

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WHITE LINE 2008
dyanMU
(E.Coniglio, E. Marzorati) - Psychonavigation Records 2008
[…] This release comes out on Northern Ireland's Psychonavigation imprint. Taking a position somewhere between the ambient ramblings of Boards of Canada, with a little Biospshere, and FSOL added for good measure.  This neat release is capably handled by one Enrico Coglio ably assisted by Elisa Marzorati on piano. Whilst this release didn't float my boat in terms of originality, it did what every ambient recording should do, and left me chilled, and suitably calmed..film music for the mind I would say, and none the worst for it. For those of you that are still looking for sonic sedation in the form of synthesised ambience..this will have your name on it. […]

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THE VIBES 2008
dyanMU
(E.Coniglio, E. Marzorati) - Psychonavigation Records 2008
[…] I fraseggi pianistici sembrano provenire da una dimensione lontana, irradiando la stessa tensione e lo stesso senso di temporaneo distacco all'ascoltatore, preso per le coclee e accompagnato nella fievole luce di un'alba surreale nel giardino di stimoli dell'avvolgente Birds Delight, in cui un drone subtonale si confonde con suoni sibillini dal movimento circolare di sequenze che si fanno via via più ipnagogiche su sporadici backings che ci ricordano per l'uso che se ne fa certe obnubilate sequenze degli eterei Boards Of Canada. Transitando per la leggiadria di Bell-ringer molto simile a certe cavalcate mentali tra le nuvole dei Nova Nova sospinte dalle corde di martelletti del pianoforte e per le suggestioni umbrifere della rarefatta Cableway, si giunge ad uno dei momenti in cui il predetto ago ritorna a propendere verso le macchine di Enrico: in skip to eXit, da cupe sinosoidi di basso emergono un suono sintetico acuto, messo a contrasto con i gravi rintocchi di note di piano delle prime ottave, prima di aprirsi e rinchiudersi in un interessanti gioco di scomparse e riapparizioni sul radar sonoro. […]
Vito Camarretta

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www.tokafi.com
dyanMU
(E.Coniglio, E. Marzorati) - Psychonavigation Records 2008
[…] Marzorati neither strives for an organic sound in her playing (lots of pedal) nor in her choice of instrument (most likely an ePiano), her elegant melodies on rhythmic opener “brushwork” are rather influenced by electronica than by the Vienese school, her disqueting clusters on “skip to eXit” and her harmonic language on “walking distance” by midnight Jazz and nervous breakdowns. […] Even in its more disturbing passages, the album remains contained, never fully releasing the tension and merely easing it slightly when Marzorati is allowed to gently stroke the keys. This may be, why dyanMU” is a work which demands to be appreciated through repeated listening, but which is not too heavy or burdensome to be consumed several times in a row. Quite obviously, however, it risks disappearing into your subconscious without the necessary dynamic thrust: We strongly recommend playing this loud!
Tobias Fischer

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BARCODE 2008
dyanMU
(E.Coniglio, E. Marzorati) - Psychonavigation Records 2008
[…] The results inflict a variety of subtle emotions, but many of the tracks do tend to drag on a bit. In all honesty it’s the sole piano pieces, such as the lovely, Budd-like Foliage and wandering Bell-Ringer that light up the album most. I guess they would not be as effective if not cocooned by the drifting drones of much of the surrounding music. Therefore this is an album that needs to be listened to in its entirety to garner full satisfaction. […]

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GOTHRONIC 2008
dyanMU
(E.Coniglio, E. Marzorati) - Psychonavigation Records 2008
Just about two years ago Enrico Coniglio and Elisa Marzorati started the "dyanMU" project. With instruments ranging from samplers, filters, computers and a piano they created a true masterpiece which can be mentioned in one breath with the works of someone like Biosphere or Fennesz. Heavy minimal ambient, on times with minimal technoid beats and patterns, in which the piano dictating the melodic parts in most compositions. If you compare this release to for example the collaboration between Alva Noto and Ryuchi Sakamoto, "dyanMU" is accessible to a way larger audience. On the one side this is because of the less incoherent way she plays piano, but it's definitly also because this release contains less weird and hurtful frequencies. But concerning the amosphere, both collaborations are quite close to each other. […]
Bauke

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www.electronicmusicmall.com
dyanMU
(E.Coniglio, E. Marzorati) - Psychonavigation Records 2008
[…] Eerie passages of fractured drones and sustained metallic ringing swell ghost-like, indistinct whilst the gentle buoyant romance of Marzorati's ivory dances wistfully across the surface. Track one has a sparse digital beat that effortlessly carries the introduction into weightless, breezy motion - the remainder of the music is pretty much free of percussive rhythm. […] Yet the introduction of Elisa Marzorati's piano playing completely transforms the overall tenor of the collection - his soundscaping illuminated by her grace, her fingering haunted by his static and gloom. Add to this some drum programming from Rena Jones and a couple of well chosen samples including one from Robert Fripp and you have a truly stand out album.

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www.artistsandbands.org
dyanMU
(E.Coniglio, E. Marzorati) - Psychonavigation Records 2008
[…] un approccio musicale minimalista e confidenziale in cui il piano di Elisa Marzorati infonde elementi armonici e melodici più lineari e classici all'interno delle strutture elettroniche, ai samples ed ai loop sperimentali di Enrico Congilio. […] Brushwork rappresenta invece il culmine, il punto di risalto di questo connubbio elettronico-acustico, ottimo brano dal ritmo sincopato e robotico, quasi post-industriale, che si segnala come perfetto punto di incontro, complemento e completamento dei due artisti. […] Elisa Marzorati contribuisce in modo determinante regalando un tocco più classico, melodico ed acustico alla componente elettronica.

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www.textura.org
dyanMU
(E.Coniglio, E. Marzorati) - Psychonavigation Records 2008
[…] Representative of the paired pieces, "Brushwork" accompanies dancing piano notes with a lightly galloping percussive rhythm and waves of high- and low-pitched synth tones. In "Mothlight," Coniglio's vibrant electronics take center stage with Marzorati providing peripheral enhancements. Ample spaces separate the piano chords in "Cableway," suggesting the huge expanse traversed by the cable car's trip, while the droning tones echo resonantly throughout the cavernous open space. Coniglio's haunted moodscape "Birds Delight" evokes mystery and unease as willowy tones and bass throbs seemingly drift through the corridors of a long-abandoned building. The focus shifts to Marzorati in the lovely "Foliage," which nurtures a tranquil and dreamy mood, and "Bell-Ringer," whose bright and vibrant piano melodies are in keeping with its title. […] Classically-trained, Mazorati's approach extends beyond a single style to embrace classical but also jazz-inflected improvisation, and Coniglio's contribution isn't primarily rhythm-oriented but instead rooted in atmospheric enhancement and sound design. […] Marzorati takes that idea and pushes it into the realm of free improvisation, resulting in the jazz-inflected "Walking Distance." Picture Mazorati playing in a conservatory practice room and open windows allowing Coniglio's myriad colourations to flood in and envelop the pianist's performing space and you'll have a fairly accurate impression of dyanMU s sound.

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